C’è un luogo che attraversiamo ogni giorno senza accorgercene. È silenzioso, sempre acceso, spesso condiviso. È fatto di plastica, vetro, alluminio e circuiti. Vive sulle nostre scrivanie, viaggia nelle nostre borse, si illumina tra le mani. È il nostro ecosistema digitale: quel mondo invisibile fatto di schermi, tastiere, mouse, touchpad, tablet e smartphone.
Li usiamo in ogni gesto della nostra giornata lavorativa. Rispondiamo alle email. Progettiamo. Comunichiamo. Tocchiamo. Tocchiamo ancora. Ma quando è stata l’ultima volta che ci siamo chiesti quanto sia pulito tutto questo?
Vivere con la tecnologia: un’intimità che sottovalutiamo
Oggi il lavoro non è più legato solo alla scrivania: è fluido, ibrido, condiviso. Ma ovunque ci troviamo – in ufficio, in smart working, in una sala riunioni o su un treno – la nostra interazione principale avviene sempre attraverso un dispositivo. È come se i nostri strumenti fossero diventati un’estensione delle mani, una seconda pelle digitale con cui operiamo il mondo.
Eppure, c’è qualcosa che ci sfugge: tutto ciò che tocchiamo ogni giorno, lo tocchiamo anche con ciò che le nostre mani raccolgono. Residui di polvere, germi, batteri, sebo, trucco, impronte, tracce di cibo. In un contesto lavorativo dove tutto si misura in produttività e rapidità, l’igiene passa spesso in secondo piano. Finché non ci accorgiamo che lo strumento che usiamo di più è anche quello che igienizziamo di meno.
L’igiene non è un dettaglio. È una forma di rispetto.
Parlare di pulizia dei dispositivi elettronici può sembrare secondario, ma non lo è affatto. In un mondo dove l’attenzione per il benessere aziendale cresce ogni giorno – tra ergonomia, aria pulita, welfare e green office – non possiamo più ignorare ciò che passa sotto le nostre dita centinaia di volte al giorno.
Un dispositivo sporco non è solo un rischio per la salute: è anche un simbolo di trascuratezza. Una tastiera unta, uno schermo appannato o un mouse impolverato comunicano più di quanto crediamo: parlano di un ambiente dove l’attenzione ai dettagli viene meno. E in un’epoca in cui tutto è esperienza, anche la cura di ciò che usiamo per lavorare diventa una questione di cultura professionale.

Un gesto quotidiano, un’abitudine intelligente
Per questo, in Digital Company Italia abbiamo scelto di trasformare questa riflessione in azione. Lo abbiamo fatto partendo da un prodotto semplice, ma pensato con intelligenza: le DCI Safe.
Salviette igienizzanti studiate per dispositivi elettronici, compatibili con superfici sensibili, efficaci nel pulire senza rovinare. Sono il nostro modo di dire che anche la protezione parte dalle piccole cose.
Offriamo soluzioni complesse, display evoluti, tecnologie di comunicazione digitale. Ma tutto questo parte da una base essenziale: prendersi cura degli strumenti che rendono possibile il lavoro quotidiano.
DCI Safe è più di un prodotto: è un’abitudine sana, concreta, rispettosa. Perché la vera innovazione parte anche dalla pulizia delle fondamenta.
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