L’igiene a lavoro: perché i dispositivi elettronici sono il punto debole della sicurezza sanitaria aziendale

Migliaia di uffici italiani, si ripete una scena apparentemente innocua: un dipendente prende il suo smartphone, tocca la tastiera del computer, passa il mouse, scorre lo schermo del tablet. Gesti automatici, ripetuti centinaia di volte. Ma c’è qualcosa che non vediamo, un’insidia invisibile che si annida proprio dove meno ce lo aspettiamo: sui dispositivi elettronici che utilizziamo quotidianamente.

Batteri e virus sui dispositivi elettronici: i numeri che nessuno vuole vedere

La realtà è più allarmante di quanto si possa immaginare. Secondo la rivista scientifica Focus, sullo smartphone dimora l’80% dei più comuni batteri in circolazione. Non stiamo parlando di batteri innocui: tra questi troviamo lo Pseudomonas aeruginosa, uno dei batteri più aggressivi e resistenti agli antibiotici, presente in cima alla lista dei patogeni rinvenuti sui cellulari.

I display dei nostri telefonini sono più sporchi dell’asse di un water, come dimostrato da numerosi studi scientifici. Una tastiera media ospita 400 volte più batteri di una tavoletta del WC. Non è un’esagerazione: è microbiologia documentata. Tra i microorganismi più comuni troviamo Staphylococcus aureus, Escherichia coli (batterio fecale che testimonia contaminazione), funghi come la Candida albicans, e persino tracce di Corynebacterium diphtheriae in forme fortunatamente non infettive.

Uno studio turco condotto su 200 cellulari utilizzati da personale sanitario negli ospedali ha evidenziato che lieviti e funghi sono presenti sull’11,9% dei dispositivi mobili. In ambito ospedaliero, l’Enterococcus faecium, responsabile del 30% delle infezioni sanguigne contratte in ospedale, è risultato presente sul 15% dei cellulari esaminati in uno studio ghanese.

Come i dispositivi elettronici diventano veicoli di contagio in azienda

Il problema non riguarda solo gli smartphone personali. Tastiere, mouse, schermi touch, tablet aziendali: ogni superficie che tocchiamo diventa un potenziale vettore di trasmissione di patogeni. E in ambienti di lavoro condivisi, dove più persone utilizzano le stesse postazioni o dispositivi comuni, il rischio si moltiplica esponenzialmente.

La pandemia di COVID-19 ci ha insegnato quanto velocemente un virus possa diffondersi attraverso le superfici contaminate. Il SARS-CoV-2 può resistere su plastica e metallo per giorni, esattamente i materiali di cui sono composti i nostri dispositivi elettronici. Ma l’emergenza sanitaria ha solo evidenziato un problema preesistente: l’igienizzazione dei dispositivi elettronici è sempre stata sottovalutata nelle pratiche di pulizia aziendale.

Secondo il Decreto Legge “Cura Italia” e le successive circolari ministeriali, devono essere puliti anche i dispositivi elettronici e gli accessori a loro corredati, come tastiere, schermi touch, mouse, con detergenti appositi. Non è un consiglio, è un obbligo normativo che molte aziende ancora faticano ad implementare sistematicamente.

Igienizzazione dispositivi elettronici: perché i metodi tradizionali non funzionano

Molte aziende credono di risolvere il problema con le normali pratiche di pulizia. Il personale addetto alle pulizie passa nei corridoi, lava i pavimenti, svuota i cestini. Ma i dispositivi elettronici? Spesso vengono lasciati alla cura personale di ciascun dipendente, con risultati disomogenei e, nella maggior parte dei casi, del tutto insufficienti.

Il primo ostacolo è culturale: molti dipendenti non considerano la pulizia del proprio dispositivo una priorità. Il secondo è pratico: quali prodotti usare senza danneggiare schermi delicati, superfici antigraffio, componenti elettronici sensibili? Acqua e sapone? Disinfettanti generici? Alcol puro? Ogni prodotto sbagliato rischia di danneggiare irreparabilmente device costosi.

I produttori di tecnologia raccomandano l’uso di alcol isopropilico al 70%, ma quanti dipendenti hanno accesso a questo tipo di soluzione? E soprattutto, quanti sanno come utilizzarlo correttamente? La letteratura esistente garantisce la proprietà virucida dell’alcol isopropilico, ma va applicato con le modalità e i tempi giusti per essere efficace.

Un altro problema è il formato. Flaconi spray condivisi in ufficio diventano essi stessi veicoli di contaminazione: decine di mani diverse che toccano lo stesso erogatore annullano l’effetto igienizzante. Le spugnette multiuso, dopo pochi utilizzi, si trasformano in incubatori di batteri.

Sanificazione dispositivi aziendali: obblighi normativi e responsabilità del datore di lavoro

La normativa italiana è chiara. A fine turno occorre procedere con la pulizia periodica di tastiere, schermi touch e mouse con adeguati detergenti, sia negli uffici che nei reparti produttivi. Non è una raccomandazione generica: è un preciso obbligo che ricade sul datore di lavoro nell’ambito della tutela della salute e sicurezza sui luoghi di lavoro.

Il Ministero della Salute ha richiesto la formazione degli addetti alla pulizia e sanificazione dei luoghi di lavoro, con particolare attenzione ai prodotti da utilizzare, alla lettura delle etichette, all’uso corretto e alle misure di prevenzione. Ma la formazione da sola non basta: servono strumenti adeguati, facilmente accessibili, che possano essere utilizzati da chiunque senza rischi.

Il datore di lavoro deve garantire che ogni dipendente abbia a disposizione prodotti idonei per l’igienizzazione della propria postazione e dei dispositivi che utilizza. Non fornire questi strumenti significa esporre l’azienda a responsabilità legali in caso di focolai infettivi riconducibili all’ambiente di lavoro.

Prodotti per sanificare dispositivi elettronici: cosa cercare e cosa evitare

Non tutti i prodotti disinfettanti sono adatti ai dispositivi elettronici. Molti contengono sostanze aggressive che possono danneggiare rivestimenti oleofobici degli schermi, corrodere plastiche, infiltrarsi nei circuiti causando cortocircuiti.

I produttori di device tecnologici concordano su alcuni punti fondamentali: evitare candeggina, ammoniaca, detergenti abrasivi. Preferire soluzioni a base di alcol isopropilico al 70%, che garantisce azione virucida e battericida senza danneggiare le superfici delicate. Ma l’alcol evapora rapidamente, quindi il tempo di contatto con la superficie è fondamentale per garantire l’efficacia.

Il formato monodose rappresenta la soluzione ideale per diverse ragioni: garantisce il giusto dosaggio di prodotto, evita sprechi, previene la contaminazione incrociata tipica dei formati condivisi, permette una distribuzione capillare nelle postazioni di lavoro. Ogni dipendente può avere la propria scorta personale, facilmente accessibile e pronta all’uso.

La sostenibilità è un altro aspetto sempre più rilevante. I flaconi di plastica, anche se riciclabili, hanno un impatto ambientale significativo. Soluzioni in packaging riciclabile o compostabile permettono di coniugare efficacia igienizzante e responsabilità ambientale.

Come igienizzare smartphone aziendale e dispositivi condivisi

Gli smartphone aziendali e i dispositivi condivisi (tablet per la firma digitale, terminali POS, totem touchscreen) rappresentano una criticità particolare. Passano di mano in mano, vengono utilizzati in contesti diversi, accumulano batteri e virus in quantità esponenzialmente superiori ai device personali.

La procedura corretta prevede: spegnimento del dispositivo, applicazione del prodotto igienizzante su un panno morbido (mai direttamente sul device), pulizia accurata di tutte le superfici (schermo, retro, bordi, pulsanti), particolare attenzione a fessure e connettori dove si accumula sporco, tempo di contatto adeguato per garantire l’azione virucida, asciugatura con panno pulito.

Ma quante aziende applicano sistematicamente questa procedura? La realtà è che, nella frenesia operativa quotidiana, l’igienizzazione dei dispositivi viene trascurata. Servono soluzioni che semplifichino il processo, lo rendano rapido e accessibile, eliminino ogni scusa per non farlo.

Salviette disinfettanti per elettronica: la soluzione pratica per ogni azienda

Il formato salvietta monodose rappresenta l’evoluzione naturale dell’igienizzazione dei dispositivi elettronici. Combina praticità, efficacia e sicurezza in un unico prodotto. Non richiede formazione specifica, non necessita di attrezzature aggiuntive, può essere utilizzato ovunque e in qualsiasi momento.

Le salviette professionali di qualità sono pre-impregnate con la giusta quantità di soluzione igienizzante, garantendo dosaggio ottimale e uniformità di trattamento. Il materiale (cellulosa di qualità) è sufficientemente robusto per pulire efficacemente ma abbastanza delicato da non graffiare le superfici sensibili.

Il packaging individuale preserva l’integrità del prodotto fino al momento dell’uso, evitando l’evaporazione dell’alcol e garantendo piena efficacia anche dopo mesi di stoccaggio. La dimensione compatta permette di tenere scorte nelle tasche, negli zaini, nelle borse, sulla scrivania, in auto: ovunque serva una rapida igienizzazione.

Alcol isopropilico 70 per dispositivi elettronici: perché è la scelta dei professionisti

L’alcol isopropilico al 70% è diventato lo standard di riferimento per l’igienizzazione dei dispositivi elettronici. Non è una scelta casuale: decenni di ricerca microbiologica hanno dimostrato che questa concentrazione specifica offre il miglior bilanciamento tra efficacia virucida/battericida ed evaporazione controllata.

Concentrazioni superiori (90-99%) evaporano troppo rapidamente, non lasciando il tempo di contatto necessario per neutralizzare i patogeni. Concentrazioni inferiori (sotto il 60%) non garantiscono sufficiente azione antimicrobica. Il 70% è il punto di equilibrio perfetto.

Apple, Samsung, Lenovo e tutti i principali produttori di elettronica raccomandano specificamente l’alcol isopropilico al 70% per la pulizia dei loro dispositivi. È sicuro per gli schermi con rivestimento oleofobico, non danneggia plastiche e metalli, evapora completamente senza lasciare residui.

Digital Company Italia: DCI Safe, la soluzione professionale per l’igiene dei tuoi dispositivi

Con DCI Safe, Digital Company Italia offre la soluzione completa per l’igienizzazione professionale di dispositivi elettronici e schermi LCD: un kit di salviette monodose progettato specificamente per le esigenze aziendali, che coniuga efficacia, praticità e sostenibilità.

Formulazione professionale: Alcol isopropilico al 70% con solvente potenziante che aumenta la capacità di pulizia, garantendo azione virucida certificata e sgrassaggio efficace anche su superfici molto sporche.

Formato intelligente: Salviette monodose in cellulosa 100%, packaging in carta completamente riciclabile, dimensioni ottimizzate (105×90 mm) per smartphone, tablet, tastiere e schermi di ogni dimensione.

Praticità aziendale: Disponibili in comodi dispenser da 50 pezzi per postazioni di lavoro condivise, o in formato tascabile individuale. Ogni dipendente può avere la propria scorta personale, eliminando condivisione promiscua di prodotti.

Sostenibilità concreta: Zero plastica, materiali completamente smaltibili nella raccolta carta, packaging minimo che riduce l’impatto ambientale rispetto ai flaconi tradizionali.

Costo controllato: Pochi centesimi per salvietta permettono di stimare con precisione il costo dell’igienizzazione per postazione, facilitando la pianificazione del budget aziendale.

DCI Safe non è solo un prodotto: è un sistema completo che trasforma l’igienizzazione dei dispositivi da problematica trascurata a pratica sistematica e sostenibile. Perché la sicurezza sanitaria aziendale passa anche attraverso l’attenzione ai dettagli che spesso non vediamo.

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